mercoledì 27 giugno 2012

Basta! (Manifesto di poetica)

Hm hm...

Buongiorno lettore/lettrice.
Voglio inaugurare questo secondo tentativo di dare sfogo a miei personalissimi pensieri e considerazioni giustificandomi per l'aver scelto nuovamente di contribuire, sebbene in maniera minima, a quell'inquinamento intellettuale della rete che sempre più i blog sembrano alimentare.
Detto in parole semplici, ogni signor nessuno (me per primo) che si svegli col piede storto la mattina ha, grazie al suo blog, la possibilità di gridare al mondo la sua patetica noia di vivere, o in caso contrario le sue altrettanto patetiche piccole vittorie. Io lo trovo terrificante.
Perché rimettermi alla tastiera dunque? Per una serie di motivi... Prima di tutto ho molto tempo libero, probabilmente potrei occuparlo meglio ma sono stanco di leggere e studiare, ho voglia di un po' di relax, poi di recente mi è stato fatto notare da alcuni professori e dalla mia ragazza che "scrivo bene", giudizio alquanto fumoso e soggettivo, col quale probabilmente tu, caro leggente, ti troverai in disaccordo, ma indubbiamente lusinghiero, a tal punto da indurmi a fare di questo spazio una sorta di "Zibaldone" a metà fra il diario, la raccolta di pensieri e l'esercizio di scrittura: insomma, una noia mortale. Terzo ed ultimo motivo, la necessità piuttosto urgente di esprimere le mie opinioni sulle tematiche più disparate, su tutto ciò che di sbagliato, strano, incomprensibile, assurdo mi capita di sentire o vedere e che semplicemente causa una reazione che sarebbe ingiusto trattenere, e che esprimere in maniera verbale a chi mi sta vicino - e che come me può fare poco per cambiare le cose - mi lascia con un senso di impotenza che anche solo l'illusione di raggiungere un numero più alto di persone con il mio messaggio dovrebbe servire a placare.

Quello che oggi mi spinge a scrivere è l'ennesima, inopportuna, infausta uscita del ministro Fornero. Acuni sembrano aver ravvisato nell'interpretazione fornita dai principali organi d'informazione delle parole della fornero un malinteso. Non c'è nessun malinteso. Le parole sono come i pesetti della bilancia, se il concetto che tu vuoi veicolare pesa x, allora lo devi tradurre in parole in modo tale che queste pesino x; non y, o x al quadrato. Da aspirante traduttore quale sono, lo so bene; è una delle prime cose che ci insegnano, il peso delle parole. Allora dire che l'azione del governo si sta concentrando sulla salvaguardia degli invidui piuttosto che dei posti di lavoro (sempre ammesso che sia così) serve a poco per alleggerire parole pesanti come macigni quali "gli italiani devono cambiare atteggiamento" "il lavoro non è un diritto" e robe simili...
Gli italiani HANNO cambiato atteggiamento, perchè gli italiani non sono solo quelli tutelati dai sindacati, ma anche quel 30% di giovani a spasso, e la grande massa di lavoratori sfruttati, in nero, sottopagati, precari... Gli italiani che conosco io, purttroppo, non credono più che il lavoro sia un diritto, ma che sia un FAVORE, infatti non lo chiedono, lo ELEMOSINANO! Che cosa dovrebbe pensare uno studente, proveniente da una famiglia monoreddito, magari del sud, che paga diciamo 2.000 euro di tasse universitarie all'anno (a volte anche di più) e toh, facciamo 350 euro di affitto ogni mese, più bollette e vitto, quando la Fornero gli rimprovera che lui vede il lavoro come un diritto, e che dovrebbe fare "più sacrifici". Ancora? Non ti bastano le privazioni cui io e la mia famiglia ci sottoponiamo per affrontare una spesa annua che si aggira intorno a 10.000 euro? Questo pensa! Ve lo dico io.

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