domenica 27 gennaio 2013

Se potessi avere... 300 euro al mese

Premessa: Lo scrivente, in quanto assolutamente privo di una qualsiasi pur minima formazione economica, fonda la seguente proposta sulle scarne conoscenze di base che la curiosità nei confronti della materia gli ha permesso di ottenere e spera vivamente, nel caso molto probabile in cui la sua proposta dovesse rivelarsi utopica, di suscitare un dibattito che chiarisca a me come a chi leggesse queste righe cosa rende la mia proposta  impraticabile (perché non credo di essere il primo ad aver pensato a qualcosa del genere, ma se non è mai stato fatto un motivo ci dev'essere...).

E' il problema dei problemi, e non si parla d'altro: La crisi che attanaglia l'Italia.
Crisi significa che, in linea di massima, il PIL decresce, dunque il paese diventa più povero; la gente viene licenziata, taglia le spese, dunque consuma meno, dunque le aziende vendono meno, dunque producono meno (o chiudono) e sono costrette a licenziare, e così il circolo vizioso ricomincia.
Come nota la Camusso, non si può pensare di uscire dalla crisi senza porre un freno all'avanzata trionfale della disoccupazione. Ma in un paese che non consuma non c'è bisogno di produrre, dunque non c'è bisogno di assumere. E' perfettamente inutile varare provvedimenti volti a incentivare le assunzioni se non si agisce sul potere d'acquisto delle persone, il costo di un lavoratore potrebbe anche essere limitato al semplice stipendio e le cose non cambierebbero di molto.
Ma se l'occupazione non aumenta perché non c'è domanda e la domanda non aumenta perché non c'è occupazione... come si infrange questo circolo vizioso?
Io un'idea ce l'avrei, può sembrare folle o troppo "di sinistra" ma secondo me potrebbe funzionare:
E se dessimo 300 euro a tutti i giovani tra i 18 e i 35 anni che si trovano al disotto di una data soglia di reddito?
Secondo l'ISTAT la popolazione che ricade in questo range di età è di 12.811.386 unità. Non essendo riuscito a reperire informazioni dettagliate sugli introiti delle famiglie divisi per fasce di reddito, supponiamo che si decida di stabilire una soglia che includa il 60% di questi giovani, vale a dire 7.686.832 unità, tra gli aventi diritto al "contributo". Bene, moltiplicando questo numero per 300 e poi per 12 si ottiene la seguente cifra: € 27.672.593.760.
27 miliardi e mezzo l'anno... sembrano tanti... cavolo... però questa cifra non mi veniva del tutto nuova... ero sicuro di aver sentito parlare di qualcosa che aveva generato introiti paragonabili... alla fine mi sono illuminato, e ho digitato "gettito IMU" su google. Sapete quanto ha generato l'imu per l'anno appena trascorso? Le stime parlano di 23/24 miliardi.
Ora, tutti sanno cosa succede quando dai dei soldi a un ragazzo. LI SPENDE! E se li spende ci paga l'IVA... l'IVA è ora al 21% sulla maggior parte dei prodotti di consumo, ma supponendo che qualcuno si faccia un viaggetto o che li spenda in quelle categorie che sono al 10%, e supponendo che una ragionevole media pesata fra le due aliquote possa aggirarsi attorno al 18% ciò significherebbe che di sola IVA allo stato tornerebbe qualcosa come 5 miliardi di euro! Per non parlare di tutta la nuova domanda che verrebbe a crearsi, le aziende tornerebbero a produrre e dunque ad assumere e di conseguenza tornerebbero a versare contributi, a fare fatturati (che ovviamente sono tassati), etc...
E vogliamo parlare delle banche? Ci sarebbero vantaggi anche per loro perché questo provvedimento implicherebbe una diffusione a tappeto delle carte di credito (con relative commissioni e costi di gestione) nella fascia demografica succitata, che avrebbe come ulteriore beneficio una "educazione alla tracciabilità" delle nuove generazioni e contribuirebbe alla tante volte invocata riduzione della circolazione del contante che in Italia è ancora e di granlunga il modo preferito di pagamento, a tutto vantaggio dei furbetti.

mercoledì 9 gennaio 2013

L'epifania tutte le ramazze se le porta via

Cari lettori, non scrivo da molto e non dovrei neanche adesso, dovrei studiare piuttosto... ma i buoni propositi per l'anno nuovo cominciano già a vacillare.
Comunque mi consola il fatto che non siano solo i miei buoni propositi a svanire lentamente e inesorabilmente, essi infatti si trovano in buona compagnia.
Sotto gli occhi di tutti, il proposito di Monti di non scendere (o salire, svoltare, ascendere...) in politica ha raggiunto l'affollato limbo dei propositi traditi, nell'ala apposita dove trovano requie le altre migliaia di propositi senza seguito pratico dei politici italiani. A fargli compagnia, tra tanti illustri colleghi, il trifronte proposito di Maroni di non riallearsi mai più col Silvio nazionale, di rinnovare la Lega e di liberarla dai ladri e dagli inetti.

Tutto sotto il tappeto...
 
Berlusconi poi, nei suoi confusi imperscrutabili disegni, con la sua schizofrenia abilità strategica, ha saputo confondere le acque così bene che alla fine non ci ha capito più niente neanche Lui. Avesse preso parte a libere primarie in stile PD, secondo l'umile parere di questo incompetente che scrive, avrebbe raggiunto i seguenti risultati:
  1. Le avrebbe vinte. 11 candidati e nemmeno uno degno di lustrargli gli stivali... come faceva a perdere?
  2. Avrebbe di conseguenza giocato, per la prima volta, il ruolo di candidato premier veramente eletto dal popolo. In chiaro contrasto con quello che dice la costituzione... ma tant'è!
  3. Un'altra conseguenza sarebbe stata che Maroni non avrebbe potuto ricattarlo, costringendolo a svolgere un (eventualissimo) ruolo di secondo piano in un (eventualissimo) governo a guida Tremonti.
  4. Avrebbe migliorato la situazione del PdL nei sondaggi, sfruttando l'ormai certificato "effetto primarie", e mandando un chiaro messaggio di rinnovamento.
Cosa accadrà adesso ai miei propositi, purtroppo, lo so già. Con immenso sforzo dovrò richiamarli dal limbo in cui li avevo relegati, se mi voglio laureare. E purtroppo temo di sapere anche cosa accadrà a molti dei propositi che nell'anno vecchio e nell'anno nuovo ci hanno effimeramente illuso per qualche tempo; propositi come la riduzione delle forme contrattuali a 4 o 5 strumenti chiari ed equi, la "ristrutturazione" dell'IMU in direzione più progressiva, la riduzione dei costi della politica e l'accorpamento delle province, una soluzione definitiva al problema degli esodati, politiche che incentivino l'occupazione giovanile e delle donne, il taglio della spesa militare e dei vitalizi... poteri continuare a lungo, quindi mi fermo qui.